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Storia > Storie da Sassomolare
Benedettini Remo, un nostro compaesano da sempre vissuto in paese, amava dipingere Sassomolare. Proprio in occasione delle nozze di Luisa e Viterbo dipinse e regalò ai novelli sposi un quadro raffigurante i Portoni come erano all’inizio del 1900 frutto dei suoi lucidi ricordi di bambino.
Successivamente decise di fare sia un disegno pubblicato sui “Quaderni del Circolo Culturale Castel d’Aiano” n.10 da Amedeo Benati: “Castel d’Aiano e le sue frazioni: Sassomolare”, che un ulteriore quadro a colori che ora ben figura all’interno della sala pranzo del ristorante.
Forse queste sono le uniche immagini di come si presentava questo caratteristico luogo, notevolmente trasformato nel corso degli anni per adattarsi alle varie esigenze; da punto di guardia e riscossione gabelle a locanda di posta con stallaggio poi ancora trattoria, ristorante, bar, albergo e ora negozio.
E’ proprio conoscendone la collocazione e guardando attentamente i due quadri che si capisce subito il motivo del caratteristico nome “Portoni” cioè “grandi porte” .
“I PORTONI”: un gruppo di case e stalle con due grandi entrate ad arco negli alti muri perimetrali, sormontate da caratteristiche tettoie spioventi, le entrate sono larghe e alte tanto quanto basta da lasciar passare i carri con cavalli, muli o buoi dei commercianti che percorrendo la ‘Piccola Cassia’ avevano necessità di sostare o trovare un posto sicuro per la notte per proteggersi da ladri e briganti che infestavano le nostre zone.
I Portoni erano un punto di passaggio obbligato sulla via che dalla valle del Panaro tramite le gole-molino di Gea, Via China, Canevaccia puntava verso la valle del Reno. Le entrate una in direzione Nord (Panaro) e l’altra a Sud-Est (Reno) potevano chiudersi rapidamente in caso di necessità e le finestrelle alte e strette come feritoie, nell’entrata sud sono un segno della necessità di difendersi.
Un piccolo fortino dove non mancavano le torrette di osservazione. Quella centrale era ancora ben evidente in alcune cartoline del 1910 – 1926 - 1936.
Grazie alla cortesia del sig. Diego, nipote del pittore, ho potuto vedere e fotografare alcuni quadri realizzati proprio dal Faccioli negli anni trascorsi d’estate al ‘Palazzo’ di Sassomolare.
La nostra comune attenzione è caduta subito su alcuni caratteristici particolari simili se non uguali a quelli rappresentati dal Benedettini : le alte porte ad arco, le caratteristiche tettoie, la torretta centrale, i muri e le geometrie generali dei fabbricati. Tutti particolari che troviamo in: ‘Fuoco alla fattoria(chiaro di luna) ‘- ‘Notturno’-‘Dramma rusticano’
In questi tre quadri si notano l’alto portone di entrata nord con due caratteristici sassi sagomati posti ai lati prima dell’inizio dell’arco, il tutto sormontato dalla caratteristica tettoia; a sinistra il muro continua in una costruzione con tetto spiovente fino a quello che pare una torretta centrale, con caratteristica porta ad arco, richiamata anche dal Benedettini (nella successiva elaborazione grafica viene maggiormente evidenziata).
In un diverso quadro: ‘passaggio con gregge’ viene messo in evidenza il portone nord al passaggio di un gregge di pecore che vengono portate al pascolo da due donne una con grande ombrello (notare altezza porta ad arco, sassi sagomati, tettoia).
Le figure femminili con ombrello sono richiamate pure nel quadro “Sassomolare mentre piove “ già presentato in altro articolo e inviato alla esposizione internazionale d’arte di Barcellona del 1907 con il nome: “Sul piazzale della chiesa di Sassomolare” come si legge sul foglio di trasmissione dell’Accademia Clementina.
Durante la visita alla casa del Sig. Diego, un altro quadro ha subito attratto la mia attenzione, sul retro la scritta: “Processione a Sassomolare” ha premiato la mia curiosità.
Pitturato nello stesso periodo rappresenta in modo sfumato una processione (probabilmente ‘delle rogazioni’ ) . Processione solenne con tanto di blasoni, confraternite, santo protettore ‘San Giacomo’ ecc. che partendo dalla chiesa si portava alla croce dei ‘Portoni’ ritornava alla croce del ‘Palazzo’ e saliva verso ‘casa Vornetti’ per portarsi alla croce di ‘Monte Rocca’, il punto più alto del paese dove terminava con la solenne benedizione ai piedi della croce che probabilmente il Faccioli ha qui pitturato:
Grazie alla collaborazione del signor Diego, le ricerche continuano; il Faccioli, innamorato dei nostri panorami, ha frequentato Sassomolare dal 1900 al 1907 lasciando sicuramente altri segni e documenti, che aspettano solo di essere trovati ...